Tutor Online: formazione, ricerca e condivisione

Communication between tutors – students in DL: uno studio presso la Hellenic Open University


L’articolo “Communication between tutors – students in DL” (Panagiotis, Chrysoula, 2010) pubblicato recentemente sulla rivista online European Journal of Open, Distance and E-Learning, presenta un’indagine condotta all’interno del corso “Open and Distance Education” tenuto presso la Hellenic Open University.

L’obiettivo della ricerca, condotto su tutor e studenti, è analizzare le diverse modalità comunicative intercorse tra i soggetti e, allo stesso tempo, le percezioni degli studenti in merito all’efficacia degli interventi comunicativi per il completamento del corso.

Link all’articolo.

luglio 20, 2010 Posted by | articoli, tutor online | , | Lascia un commento

Verso il web 3.0


Have you been paying attention? ” Questa è la domanda-chiave del video in inglese realizzato allo scopo di far riflettere gli insegnanti sull’uso delle nuove tecnologie in classe e sulle aspettative degli studenti del terzo millennio.

Il sito dell’Indire propone il video come spunto per illustrare le prospettive del web 3.0 ed esplorarne la chiave di lettura che si basa su un esplicito messaggio: “thinkers wanted”.

http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1622

marzo 13, 2010 Posted by | articoli, riflessioni | , | Lascia un commento

Information literacy


Questo riflessioni sono state suscitate dalla lettura de Il grande inganno del web 2.0, di Fabio Metitieri, uscito per i tipi di Laterza nel 2009, dodici euri per 166 pp. più introduzione, indice e copertina.

Metinieri è preoccupato della perdita di autorevolezza dell’informazione, risultante della combinazione fra l’ideologia bloggher della libertà, gratuità e autoproduzione della stessa e la crisi degli organi di informazione professionali (in primis la carta stampata). Il tutto profondamente connesso con la rapidità, facilità e gratuità con cui circolano le informazioni nel web.

L’analisi preoccupata di Metitieri si sofferma in particolare sulle nuove modalità di ricerca in ambito universitario (attraverso quali strumenti, cioè, gli studenti e i giovani ricercatori procacciano informazioni e materiali). Sorvolando sui dettagli (basti dire che sembra che quasi il 90% delle ricerche si fonda su Google) ciò ch emerge è un problema di information literacy (in senso ampio: una nuova arte liberale che si estende dal sapere come usare i computer e accedere all’informazione, fino ad arrivare alla rfilessione critica sulla natura dell’informazione stessa, sulla sua infrastruttura tecnologica e sul suo contesto, sul suo impatto sociale, culturale e filosofico).

Senza andare oltre e tediarvi di più, voglio riportare i punti essenziali (per il resto rimando al libro, che consiglio) che Metiteri individua al fine di considerare (e rendere) attendibile un documento pubblicato sul web. Innanzitutto la data e la firma (possibilmente corredata da curriculum) e un punto di contatto per comunicare con l’autore; quindi la corretta e completa citazione delle fonti utilizzate.

Solo piccoli strumenti per attrezzarci contro quello che paventa Metitieri nelle conlusioni: il medioevo 2.0: l’approdo, cioè, ad un universo informativo in cui la qualità dell’infromazione è già di basso livello (grazie al plagio generalizzato), ma che peggiora di giorno in giorno e che (con la scomparsa di chi fa informazione professionale) rischia di divenire infima.

Insomma, senza cadere nel pessimismo più profondo, vi ho sottoposto queste riflessioni per stimolare un ragionamento non idolatra sul nostro medium e sui suoi rischi.

Spero commenti,

Luigi

marzo 5, 2010 Posted by | articoli, comunicazione | , , , , | 3 commenti

web


Quanto sono cambiate le abitudini degli studenti di oggi con l’uso del web? Vanno ancora a studiare in biblioteca o apprendono di più attraverso video e quiz su Facebook? Certo questa può sembrare una provocazione, eppure è indubbio che i social network stanno gradualmente modificando il nostro modo di tenerci in contatto, comunicare, informarci e forse anche imparare.  Si sta dedicando molta attenzione al social web, sarà veramente lo strumento di apprendimento del futuro oppure la comunicazione effimera che propongono questi network alla fine sarà un danno per lo sviluppo delle competenze? A cosa assomiglia di più un’aula del 21°secolo? Come possiamo usare un cellulare o un iPod per imparare?
L’e-learning ha già completato molti cicli della sua vita, l’ultimo dei quali centrato sulla produzione di contenuti e sull’autoapprendimento in contesti formalizzati. Si prospettano oggi nuove linee di sviluppo, che pongono l’attenzione su aspetti come e-cooperation, community, coaching, peering, modalità miste di attività online e in presenza: molto di ciò che avviene sulla rete è finalizzato ad una interazione sociale di tipo collaborativo assai più che a contenuti specifici.

Si chiude quindi l’epoca “classica”, basata sullo sviluppo dei contenuti e sull’uso di piattaforme rigide; si apre una nuova prospettiva in cui si apprende e si valorizza il sapere presente nella rete, si sperimentano nuovi modi, si esplorano nuovi contesti. L’e-learning non è più una modalità di apprendimento “in sostituzione” o ad “integrazione” della didattica tradizionale, ma si pone come un’offerta di modelli e strumenti da cui trarre suggestioni, spunti, percorsi all’interno della rete.

Questi modelli d’uso e gli strumenti che si sono rapidamente diffusi prospettano nuove forme di e-learning : le azioni si muovono verso le attività di inclusione sociale, verso la diffusione della cultura scientifica, verso la ricerca. I formati emergenti valorizzano modalità di collaborazione, dal coaching al gioco, dal networking alla cooperazione, e permettono di raggiungere alcuni obiettivi formativi esplorando nuovi contesti. Molti di noi usano il web come piattaforma di lavoro e di apprendimento. Grazie soprattutto ai social network e ai social software, come Facebook, Ning, Delicious, StumbleUpon, Second Life, Zoho,ecc.
Tutti questi strumenti fanno ormai parte del nostro orizzonte lavorativo e di apprendimento, anche se spesso l’insegnamento, anche online, è organizzato come una classica lezione frontale docente-allievo, basata sulla trasmissione di nozioni. E’ importante l’apprendimento informale tra pari (colleghi, studenti, ecc), che già avviene spontaneamente attraverso il web 2.0. Quello di cui si possono dotare gli enti formativi è quindi un ambiente, non dispersivo, che aggreghi funzionalità tipiche dei tool web 2.0 (blogging, networking, RSS, ecc.) per facilitare le interazioni informali tra chi studia.

marzo 4, 2010 Posted by | articoli | , , | Lascia un commento

Valutare il software didattico


Il problema della valutazione del software utilizzato in ambito didattico è legato alla mancanza di parametri per poterne stimare la qualità. Uno stesso software infatti può essere ottimo per una certa situazione didattica, ma pessimo per un’altra. La soluzione migliore è quella di analizzare all’interno dei prodotti software tre elementi:

l’interfaccia, ossia come il prodotto si presenta e come il programma gestisce il dialogo utente-computer;

i contenuti, e quindi cosa il prodotto insegna, che argomenti tratta e a quali obiettivi risponde;

il metodo didattico e cioè come il software insegna.
Relativamente all’interfaccia infatti è importante che il carattere grafico utilizzato sia facilmente leggibile al fine di favorire la comprensione e non generare affaticamento. Va ricordato inoltre che le caratteristiche del software sono legate alla possibilità di vedere immagini e sentire suoni e quindi occorre valutare la proporzione della loro presenza rispetto alla quantità totale dei contenuti. La configurazione delle icone e dei bottoni deve essere comprensibile, e quindi va stabilito se l’impiego del software necessita o meno di un supporto esterno. E’ importante infine tener presente che una buona struttura del prodotto favorisce l’autosufficienza dell’utente.
Rispetto ai contenuti, occorre valutare la loro correttezza scientifica, il valore culturale e la corrispondenza dei materiali presentati dal software rispetto a quanto si ritiene assodato all’interno della disciplina. Le informazioni, i concetti, le prospettive comunicate devono risultare aggiornate e, naturalmente, i contenuti devono essere sempre alla portata degli studenti a cui sono rivolti.
Per quanto riguarda infine la metodologia didattica, va sempre tenuto presente che l’uso del software deve consentire esperienze che non potrebbero essere acquisite in altro modo e garantire una facilità di accesso ai contenuti sconosciuta agli altri strumenti disponibili nella scuola. Esso inoltre necessita di un tempo compatibile con la programmazione didattica e risulta vantaggioso se produce “risparmi” sul piano dei tempi e dei carichi di lavoro.

sintesi tratta da:
http://www.itd.cnr.it/tdmagazine/PDF16/SOFTDID.pdf

Questi elementi di valutazione possono essere applicati a tutte le Risorse tecnologiche per l’apprendimento:
•    software didattico in senso stretto;

•    strumenti software con funzionalità generali (per es., ambienti di scrittura, e-mail,
ambienti autore ecc..);

•    risorse in senso stretto, cioè archivi di documenti, immagini, suoni, video che
possono però essere impiegati a fini didattici;

•    ambienti tecnologici per l’apprendimento, come sistema di rete, portali, piattaforma e-learning, LAN.

febbraio 15, 2010 Posted by | articoli, riflessioni, strategie didattiche, strumenti didattici | , , , | Lascia un commento

E tutor: una figura strategica per l’e-learning


Livia Petti, dottoranda presso l’Università degli studi di Milano – Bicocca, è l’autrice del paper: “E tutor: una figura strategica per l’e-learning”.

Leggiamo nell’abstract del lavoro:

Compito di questo paper è quindi quello di analizzare questa complessa figura interrogandosi sulle diverse sfaccettature dell’e-tutor e su come sia difficile arrivare ad una definizione “finale” un ruolo così complesso. Dopo ciò si cercherà di identificare quale sia il compito del tutor all’interno delle comunità on line tracciandone un profilo. In tutto lo scritto si farà in particolar modo riferimento al contributo di Rivoltella, che nel suo testo “E-tutor. Profilo, metodi, strumenti” riflette sulla figura del tutor on line, collocandola all’interno dell’attuale contesto di formazione, definendone ruolo e funzioni e presentando le prassi e gli strumenti del suo lavoro”.

dicembre 14, 2009 Posted by | articoli | , , | Lascia un commento

“How to manage Generation Y”: una ricerca sulla generazione degli anni Ottanta


generazioneYE’ il titolo del progetto di  ricerca ISTUD  sui giovani nati negli anni Ottanta i cui risultati sono stati presentati a Milano (Assolombarda) il 30 settembre scorso.

La cosiddetta “Generazione Y”  è costituita da ragazzi che “hanno abbattuto il muro delle differenze di genere”,  giovani cresciuti nell’era dell’Information & Communication Technology, giovani dai tempi rapissimi: come capirli, valorizzarli e formarli al mondo del lavoro?

La ricerca mette in luce le contraddizioni di questa nuova generazione e apre drammatici interrogativi sulla necessità di seguire il percorso educativo di questa audience così particolare attivando nuove strategie.

Rilevanti le domande che si pone l’ISTUD: come rispondere alle esigenze ed aspettative di questi nuovi entranti, a prima vista così diversi dalle precedenti generazioni? come strutturare percorsi di formazione mirati?

Potete seguire gli sviluppi dell’evento del 30 settembre su Facebook e leggere l’articolo apparso sul Corriere della Sera.

ottobre 5, 2009 Posted by | articoli, convegni | , | 1 commento

Le Nuove tecnologie come strumento redditizio per la didattica


Una testimonianza sull’efficacia del blog come strumento didattico d’eccezione, nell’ambito dello studio delle materie letterarie, ci viene dall’articolo di Andrea Torrente in Educazione&Scuola, http: //www.edscuola.it .

Ne riportiamo di seguito uno stralcio. «I computer formano fra loro delle reti: è il primo aspetto che può, a nostro avviso, contribuire a rinnovare la pedagogia dell’italiano. La proliferazione delle riflessioni sui blog che, per il fatto dell’estrema semplicità della loro manipolazione e della rapidità della loro posa in opera, giungono a toccare un numero sempre maggiore di docenti è un esempio interessante. Che cos’è un blog se non uno strumento di pubblicazione altra, grazie al quale l’atto di scrivere diviene, d’un colpo, un obiettivo interessante? Scrivere realmente per un altro è finalmente, e paradossalmente, un’attività … così poco scolastica! La lettera è senza dubbio presente: si corrisponde con una classe, si scrive ad un autore, o nell’ambito di un concorso. Si concepiscono dei manifesti per un’esposizione. Ma l’interesse del computer, in questi casi, alleggerendo considerevolmente le costrizioni materiali (particolarmente di duplicazione dei documenti), è che esso permette di concentrasi sulla qualità della scrittura stessa, pur assicurando la permanenza di ciò che è stato fatto: ciò che è stato scritto è durevolmente immagazzinato, accessibile a tutti ed in qualsiasi momento, ciò dà tutto un altro valore alle produzioni scritte. Un altro esempio di attività permetterà, forse, di chiarire le nostre idee. Molti docenti incontrano difficoltà a far trasporre in situazione di scrittura un saper fare linguistico apparentemente acquisito dopo degli esercizi puntuali. Per lavorare diversamente, possono esser fatti dei tentativi che condurranno la classe a produrre essa stessa una banca di esercizi. Ci sono, infatti, più possibilità che la competenza acquisita rimanga se gli alunni sono gli autori degli esercizi e non i semplici consumatori di esercizi inventati da altri. Materialmente, queste produzioni sono abbastanza pesanti, perché se si vuole che la classe, o l’intera sezione o, meglio ancora, la scuola tutta produca realmente un manuale di grammatica, che sia consultabile da tutti, quanti esemplari bisognerà produrre ed aggiornare senza posa? Senza dubbio il computer consente di alleggerire tutta questa mole di problemi. In altri termini, se invece di insegnare nei corsi di formazione per docenti l’uso di un programma di creazione di esercizi interattivi del tipo Hot Potatoes o Jclic, si trasmettesse un atteggiamento mentale tendente a far produrre agli stessi alunni il loro eserciziario collaborativo, si aprirebbe una prospettiva didattica che allarga l’orizzonte delle prassi tradizionali e che avrebbe il vantaggio di essere poco costosa in termini di tempo, potendosi realizzare in classe a poco a poco» (Torrente).

L’articolo completo dal titolo LA FORMAZIONE DEI DOCENTI DI MATERIE LETTERARIE IN TECNOLOGIE INFORMATICHE  dELLA COMUNICAZIONE EDUCATIVA è rintracciabile nel gruppo Edscuola su Fb:
http: http://www.facebook.com/profile.php?id=1273420215&ref=name#/pages/Edscuola/112188056238

settembre 10, 2009 Posted by | articoli | , | Lascia un commento

Forum, giochi di ruolo e azioni del tutor


Interessante l’articolo di Iris Pinelli e Antonella Cosetti (Ctu – Università degli Studi di Milano) che tratta il tema dell’utilizzo del forum per attività didattiche come ad esempio i giochi di ruolo; l’articolo dal titolo: Un nuovo modello per la formazione al ruolo di eDocente: imparare Giocando presenta la descrizione della progettazione di un modulo di un corso online per la formazione dei docenti.

La progettazione del gioco di ruolo presentato riguarda lo sviluppo delle seguenti abilità:

“le abilità da acquisire a questo livello sono legate ad un uso creativo del forum quale strumento di dialogo, socializzazione, costruzione critica di significati e strumento per produrre contenuti. Le attività del modulo sono prevalentemente di tipo cooperativo o collaborativo”.

L’immagine presa dall’articolo evidenzia lo schema delle azioni del tutor, nello specifico lo schema dei flussi e delle tipologie di interazioni all’interno del “gioco di ruolo”.

 schema_tutor

agosto 28, 2009 Posted by | articoli | , , | Lascia un commento

Competence Based Tutoring Online


Il contributo di Monica Banzato e Gustavo Daniel Constantino dal titolo “Competence Based Tutoring Online” è inserito nel testo Learning to Live in the Knowledge Society edito da Springer.

 Così come evidenziato nell’abstract:

The paper suggests crossing global e-learning models with specific ones so as to determine their possible correlation in order to infer online tutor competence profiles.

E’ possible visionare gratuitamente la prima pagina del paper al seguente indirizzo.

Segnalo, inoltre, i seguenti capitoli presenti nel testo della Springer:

luglio 1, 2009 Posted by | articoli | , , | Lascia un commento